lunedì 25 marzo 2013

Giovine Italia, o i 150 anni di una nazione


Giovine Italia 2011 è un mio personale omaggio e ricordo dedicati al Risorgimento in quest’ anno dedicato ai 150 anni dell’Unità d’Italia, il rischio di cadere nel retorico o nel banale era in agguato…
Ho scelto perciò di realizzare l’opera su di un’antica tela di canapa, più volte rammendata nel silenzio da pazienti mani femminili, in un’epoca in cui non non era concesso sprecare nemmeno un pezzetto di stoffa in modo che già nel supporto materiale potesse entrare un seppur minuscolo pezzetto di storia (sì la storia con la “S” minuscola, quella della gente comune).
La superficie materica si anima, prende la forma di una bandiera tricolore gonfiata dal vento e mostra tutte le sue ferite: le lacerazioni e i tentativi di ricucirle, le stratificazioni successive, i segni dei colpi ricevuti e la lotta per vivere e sopra-vivere ; probabilmente tormentata metafora della storia italiana …e in un certo senso “sismografo”  del particolare contesto storico-sociale in cui viviamo attualmente noi Italiani.
Sulla superfice di questo telo consunto, dai colori sbiaditi, che sembra aver accompagnato generazioni di italiani, si possono leggere alcune labili tracce verbali di una ormai lontana eco risorgimentale:
“…eran trecento eran giovani e forti e son morti!”

E poco più oltre i versi di un noto canto popolare sulla bellezza della nostra bandiera
“e la bandiera dei tre colori sempre è stata la più bella noi vogliamo sempre quella noi vogliam la Libertà “

La tela ha trattenuto le emozioni, i sentimenti, gli ideali, le tracce di lotte, sconfitte e vittorie; gli eventi tragici o felici che hanno accomunato uomini e donne in cerca di libertà. Uomini e donne rimasti sconosciuti, i loro nomi non sono passati alla storia ma è anche grazie a loro che oggi siamo uniti.
In un commento a una poesia risorgimentale, ancora attualissimo oggi, De Sanctis diceva:
“Abituàti a vedere la nostra bandiera, oggi la guardiamo con indifferenza, senza ricordare che è stata bagnata da tanto sangue ed ha ispirato tanto entusiasmo. Con che palpiti, quei tre versi del verde, rosso e bianco erano mormorati sottovoce, quando pareva un sogno vedere sventolare la bandiera tricolore!”.

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