Furenter (dal latino=Furiosamente) è il titolo dell’ultimo libro oggetto creato da Cabì, in occasione del 22° Festival du Livre di Mouans-Sartoux dedicato a La fureur du monde.
L’oggetto si presenta come un contenitore formato da due tele dipinte legate insieme, al cui interno sono racchiuse una serie di pagine cucite a soffietto; il suo aspetto è lacero, confuso, consumato dal tempo che ce lo ha consegnato…
Il titolo evoca il furore che di quando in quando penetra l’uomo fin nelle ossa, (traxit per ossa furorem) lo “agisce” dall’interno e lo conduce repentinamente al di fuori di sè, al di là della ragione.
Furore infatti, etimologicamente, nelle sue molteplici accezioni rimanda anche a: follia, demenza, insania, delirio, ma anche all’ ispirazione poetica, furore profetico, estro artistico, desiderio sfrenato, passione violenta, delirio amoroso; oppure rivolta, ribellione, tumulto, ardore bellicoso.
E come furiosamente esistono forze che agiscono dentro di noi spingendoci all’amore, alla follia, alla guerra, alla creazione, così furiosamente dalle pagine lacerate di questo libro emergono scritte ed immagini, quasi “strappate” al buio dove giacevano.
Ed ecco allora apparire qua e la tra sulla carta piccole immagini di vampiri, donne e uomini, insieme a scritte gotiche. Come è semplice intuire il rimando lessicale è al Dracula di Stoker, alla sua atmosfera dark; ma qui il temibile “mostro” succhiasangue è interpretato in chiave esistenziale, quasi metafora di una condizione che spinge al cannibalismo delle energie altrui e delle risorse planetarie: “furiosamente”. Gli esseri sono in preda ad un’agitazione senza pace, una fame insaziabile, un correre furiosamente verso l’abisso…